LA PAS (Sindrome da alienazione parentale) è una violenza psicologica a cui sono sottoposti i figli di genitori separati, la cui relazione di coppia, è notevolmente conflittuale.
Nelle separazioni conflittuali, infatti, accade frequentemente che un genitore presenti l'altro come una persona cattiva e pericolosa. Tali valutazioni negative vengono esibite davanti al bambino e lo costringono a schierarsi dalla parte di un genitore rifiutando l'altro.
Una scelta, questa, che porta alla perdita affettiva di un genitore che viene vissuta dal bambino come un lutto che lui stesso ha causato. Il genitore che favorisce questi atteggiamenti scissi, solitamente il genitore affidatario, non si rende conto che quando il figlio si accorgerà di essere stato usato, la sua fiducia nel genitore ne sarà distrutta.
I bambini hanno bisogno di entrambi i genitori non solo per essere accuditi nelle loro necessità concrete ma anche per poter “costruire” dei modelli di maschile e femminile. Questi ultimi forgiano il modo in cui egli vivrà le future relazioni amicali, sociali, affettive influenzando anche le modalità di costruzione di una propria famiglia e lo stile di accudimento dei propri figli.
Quando poi il bambino è spinto a rinunciare all'incontro col genitore non affidatario, che di solito è il padre, ciò non è dovuto alla paura delle sue caratteristiche personali ma al timore di non potersi affidare a lui e alla paura di perdere l'appoggio del genitore affidatario che è visto dal bambino non come il genitore migliore ma come il genitore più forte.
La perdita di un genitore è percepito dal bambino come un abbandono. Infatti egli crede che il genitore è colpevole di non essere sufficientemente forte da lottare per mantenere il rapporto con lui. Tale vissuto di abbandono determina poi la preoccupazione di essere abbandonato anche dell'altro genitore. Tutto ciò nel tempo, porta ad una difficoltà a stabilire rapporti affettivamente importanti, per il timore di essere sempre abbandonati.
Anche il genitore affidatario è temuto ma per proteggersi dalla sua pericolosità il bambino si adegua ai suoi desideri per assicurarsi il suo appoggio e il suo affetto.
Dunque i bambini hanno un disturbo manifesto della relazione col genitore rifiutato ma anche un disturbo della relazione con l'altro con cui hanno una relazione simbiotica e dannosa per lo sviluppo psicologico, sociale e affettivo che lo porterà, con modalità poco sane, a proteggersi dal pericolo della solitudine.
Purtroppo i genitori, seppur informati che il loro comportamento arrecherà danni psicologici al bambino, spesso proseguono nei loro comportamenti volti a soddisfare la rabbia verso il partner, ritenuto un genitore inadeguato, e a vendicarsi così di lui utilizzando il bambino con uno strumento.
L'esperienza clinica mostra che risulta meno dannoso il confronto con un genitore reale, che permette di riconoscere ed elaborare sia i suoi aspetti positivi che negativi, piuttosto che l'eliminazione di una figura fondamentale ad un sano sviluppo. Il bambino, infatti, di fronte al genitore assente invece di confrontarsi con i suoi limiti può reagire rifiutandolo oppure al contrario idealizzandolo.
I genitori devono essere consapevoli del danno psicologico che tali atteggiamenti procurano nei figli e che gli stessi potranno evolversi verso forme di psicopatologia.
Dal punto di vista psicologico sarebbe opportuno un percorso terapeutico per il recupero psicologico dei bambini, una terapia che veda coinvolte entrambe le figure genitoriali e un percorso di mediazione di coppia.