Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologo clinico

L'attacco di panico è un sintomo a prima vista incomprensibile che spesso si presenta all'improvviso e apparentemente senza alcuna ragione.
Intensa sudorazione, batticuore, un repentino nodo alla gola, nausea e forti dolori al petto, paura di morire: ecco come si presenta un Disturbo da Attacco di Panico.
La sua descrizione da parte dei pazienti in genere è: “Mi sento morire, di perdere il controllo o di impazzire, mi manca l’aria, mi batte velocemente il cuore”. La persona si sente sola e spesso non compresa da chi non ha provato tale sofferenza.

Chi ne soffre, spesso tende a spiegare il panico con il luogo e/o le condizioni in cui questo si verifica come l’essere in auto, in aereo o situazioni che sembrano non avere via d’uscita come al teatro o in ambienti aperti come ad un concerto. Così attacco di panico e situazione sembrano essere legate magicamente. Per tale motivo la persona tende ad evitare il luogo o la situazione in cui si è sentito male, cercando di controllare e di allontanare la paura di un nuovo attacco di panico. E nonostante non ci siano pericoli per l’incolumità della persona questa soffre terribilmente.


Le persone che soffrono di attacchi di panico sono in aumento nelle società a sviluppo tecnologico e quasi assenti in altre culture. Lo sfondo da cui si erge l’attacco di panico è l’angoscia legata alla crisi della società individualista e frammentata in cui viviamo.


Nell'attacco di panico gli effetti sono simili a quelli del trauma. Un evento traumatico si è verificato e potrebbe consistere in qualche episodio verificatosi diverso tempo prima. Potrebbe trattarsi di accadimenti mai approfonditi o addirittura negati. Questo può accadere perché la nostra cultura non c'insegna a stare con il dolore delle perdite e i traumi hanno bisogno di tempi lunghi per essere elaborati. L’angoscia legata al trauma si sviluppa così in maniera silenziosa e si esprime  in maniera prepotente quando non è più possibile contenerla.


In genere, le persone che soffrono del DAP chiedono aiuto al Medico di Medicina Generale quando compaiono i primi sintomi. Tuttavia anche quando gli viene suggerito dal medico non si rivolgono agli psicoterapeuti specialisti, pensando che non sia un disturbo da curare, che possa guarire da solo o attraverso terapie accessorie.


D’altronde il farmaco, necessario quando i sintomi sono intensi, non modifica il terreno psicologico da cui l’angoscia si staglia.
La psicoterapia può, invece, aiutare la persona a confrontarsi con un trauma non elaborato e a permetterle di iniziare un “nuovo percorso di vita” attraverso il quale riorganizzare in modo pieno e funzionale le proprie relazioni e la propria esistenza.